Oggi chi usa Internet in modo spregiudicato, combinando algoritmi e dati, slogan, scrittura e video per creare la sensazione e lo scandalo necessari a smuovere gli idioti, dal greco idiotes cittadini che non avevano cariche pubbliche ma vivevano come privati, avrà la possibilità di indirizzarne l’orientamento.
I nuovi media super-globali favoriscono l’idiotismo nella difesa della propria supposta cultura di contro alla cultura del dialogo e confronto.
La società Cambridge Analytica è stata recentemente investita da quello che Giovanni Buttarelli, garante della privacy dell’UE, ha definito “lo scandalo del secolo”. Cambridge Analytica è infatti sotto inchiesta per aver utilizzato le informazioni personali di milioni di utenti Facebook senza la loro previa autorizzazione.
Confrontarsi con altri media, paragonare le notizie e il modo in cui sono presentate, cercando di leggere altre lingue, dare un’occhiata ai libri, usare il pensiero critico senza affidarsi all’imbonitore di turno diventano necessità per difendersi da tentativi di manipolazione così invasivi. È importante riscoprire un’istruzione garantita a tutti che coltivi l’indipendenza di giudizio e un’informazione il più possibile libera dalla plutocrazia oggi quanto mai imperante. Perché se è vero che in democrazia c’è libertà di voto, la capacità di scegliere è un’altra cosa.
La deregolamentazione del Web dovuta all’assenza di una legislazione a livello globale e l’inestensibilità di buona parte delle norme dedicate ai media tradizionali non contribuiscono a migliorare la situazione.
L’Europa è per le regole o per l’idiotismo italiota?
MAP