L’Europa ci vede primo Paese (dopo Grecia ovviamente) nel rapporto debito/pil, arrivato oltre il 132%, ma questo non basta. Siamo anche il Paese che utilizza di meno i fondi strutturali messi a disposizione dall’Europa. I fondi stanziati per l’Italia da parte dell’Unione Europea per il periodo 2007-2013 sono stati 59,4 miliardi di euro. Alla fine del 2009, soltanto 5,9 miliardi di euro (10% del totale) sono stati spesi. Alla fine del 2013 risultavano non utilizzati 30 miliardi circa. Per il precedente ciclo programmatico 2000-2006 non può dirsi differentemente: un assorbimento di appena il 50% delle risorse finanziarie programmate.
E’ sconcertante che questi soldi a nostra disposizione non vengano utilizzati adeguatamente per piani di assetto idrogeologico, come la messa in sicurezza dei siti, la manutenzione degli alvei, la protezione delle coste, la difesa dal rischio sismico e vulcanico nonché il potenziamento delle strutture della protezione civile.
Che cosa impedisce all’Italia di utilizzare questi fondi?
La casta si giustifica addossando la colpa alla macchina burocratica troppo lenta.
Di sicuro mancano opere progettuali da parte delle Regioni e dei Comuni, anche se il Patto di Stabilità Interno sulla capacità di spesa delle Regioni non soccorre in questo senso in aiuto.
Di fatto tali fondi una volta iniziata l’opera rimangono sotto lo stretto controllo dell’Europa, e quindi vengono utilizzati con indolenza o non utilizzati da parte di questa classe politica, impossibilitata in questo caso a trarne il proprio tornaconto personale.
Pallotto Marina Adele
Eurocandidata M5S Circoscrizione Centro