Di seguito si riportano alcuni passi della campagna di fake news ed odio alimentata per discriminarmi, emarginarmi e perseguitarmi, senza pretesa di esaustività.

La campagna mediatica di fake news ed odio

Il Resto del Carlino è il primo a compiere l’accostamento “sex hard” e “maestra”, accostandomi a Cicciolina pornostar. Non rintracciando però foto di nudo, il giorno 8 aprile 2014 pubblica il topless di una candidata dello staff di comunicazione del Movimento Cinque Stelle, in modo tale che la rete potesse compiere autonomamente il gran salto di qualità, accostandoci il mio nome.

La virale disinformazione di Paola Pagnanelli e company dà il via alle danze. Stellin diventa il mio cognome, modella del calendario “SexPolitik” la mia professione. La specializzazione, anche se incerta, diventa ‘nudo soft hot’ e ‘ballerina hard senza veli’. Il soprannome è “stellina” o “starlette”, che diventa “sensuale e tutta curve”, “bollente”, “soft erotica” e “playboy-sexy”. “Pallotta con le pallotte” “ha il lasciapassare e il biglietto per Bruxelles” mentre “distrae le sedute del Parlamento Europeo”. E ancora: “dacci il lat b, topless e perizoma”, “escort, vai sul marciapiede”, “paladina anti-casta senza merito né competenza”, “puttanaio a 5 stelle”, “mayala fallita e assenteista”, “ti darei 5 botte di competenza”. “Una mondezza in Europa”, “lo scarto del grande fratello”, “arrivista ritardata”, “velina analfabeta fallita” “devi rintanarti nelle case chiuse”. La signora Lisa Cattarossi aggiunge “stai meglio in un bordello” e un’altra “troiame e mafiosa dal potere millantato”, Daniele Riva si aggrega con “che schifo essere rappresentato da mignott* e mezze zoccol*!”, e altri chiudono con “questa sciacquetta, olgettina a cinque stelle vada a prostituirsi!”. Un sito greco moralizza “il fine giustifica i mezzi, ma ideologie e sostanza politica sono ben altra importante questione”, un altro sito riprende tutte le foto pubblicate dalla Pagnanelli, e anche quella falsamente ritoccata a nudo. Per chiudere la sequela, Ilmattino.it propaga il nome, cognome e paese di mia mamma senza alcuna mia autorizzazione, rielaborando le informazioni a piacimento.

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Giornali online, come il Fatto Quotidiano o Maceratanotizie.it, invece, cercano di emarginarmi omettendo il grassetto o scrivendo inesattezze per confondere il pubblico (come, ad esempio, che fossi stata candidata l’anno precedente alle politiche).

La campagna elettorale nella setta a 5 stelle

Descrivo a seguire, con tanto di prove, la discriminazione e l’ostracismo subiti dentro il partito-setta a 5 stelle, con le locandine e i volantini degli incontri in cui io non appaio mai, mentre sono presenti solo la candidata toscana ma soprattutto il candidato marchigiano in cordata con la candidata umbra. Quest’ultima, tal Laura Agea, viene conseguentemente poi eletta, aprendo e chiudendo al mio posto la campagna elettorale sul territorio marchigiano.

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Fanatici online a 5 stelle

Nel web intanto confabulano su come estraniarmi laddove fossi riuscita comunque a partecipare. Si legge: “possibile che non si possa far nulla per bloccarla?”, “quando parla, la gente si alza e se ne va, ho ancora i filmati ihihi”. “Ma se po’ fa’ parlà questa qua, parla solo delle sue foto e di regolamentare il web”, “ringraziasse il papà che non le ha fatto fare le foto nuda e la lascia combattere per la pace nel mondo, tanto da essere scandalosa come il padre”. Patrizia Patù aggiunge “miss europa de noandri”; e si continua con “la monnezza di Berlusconi che si nasconde da noi”. E ancora “conosciamo le sue argomentazioni, basta fare una ricerca su google… ahahah!”, “stupida, segata, squilibrata figamarci*”, “ritenta, sarai più fortunata, magari sotto altre bandiere!”. Fabio Sanges precisa “non riesce a mettere due parole in fila, figuriamo in Europa che farà!”. Annamaria Lorenzo incalza “tanto non passa”, mentre la consigliera pentastellata di Ancona rimarca “votate chi suggeriamo noi attivisti d’esperienza!”, e il fidato compare chiude “agghiacciante la velina, figuraccia stratosferica!”.

Vedere per credere…

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Nelle more dello stato di diritto

Il tutto si ripete l’anno successivo, a motivo di una giustizia e legali che non assicurano la tutela dei diritti fondamentali. E si ricomincia come prima, più di prima. Il Resto del Carlino di Macerata esordisce: “Imprevedibile e curiosa. Showgirl, maestra ed ex grillina. Ora Marina Pallotto fonda un partito”. Il 15 maggio 2015 lo stesso giornale prosegue con: “Il santino osé della candidata a sindaco a caccia di voti”, pubblicando, tra le altre, una foto alterata a nudo, come verificato dalla polizia postale in seguito a mia querela. Si riparte con un nuovo giro e la medesima corsa: “la candidata Stellina disabilè con il seno scoperto”, una “scollatura abissale dalla quale si capisce che non indossa reggiseno” e “panni succinti con generoso scollo sul seno prosperoso e cappello di paglia che le dona un’aria sensuale ed esotica”. “Circo con capello romantic style” di “la maestrina di Macerata hot senza intimo per attirare voti”, che “sta mandando in ebollizione il web per farci intravedere il seno e una mini-minigonna sollevata ai lati con le mani…”. “Dopo il flop con il M5S, recita perfettamente il ruolo della velina, tutta immagine e niente sostanza” e ora è “candidata alle regionali nuda su un manifesto osé di dubbio gusto”.

Non si capisce se i Circensi del Barnum che stessero cercando di raccontare fossero loro, tanto da non pubblicare il programma elettorale. In compenso, il media Leggo.it sguinzaglia i suoi commentatori inferociti: “Che cosa non si farebbe per una bella poltrona piena di soldi da rubare!”, “Meglio Cicciolina. Non ha mai nascosto nulla!”, “Na mignotta!”, “Mi dispiace sei troia, lo dicono le carte”, “Vogliamo gente seria in politica, no ste zozze”, “Altra parassita”. Una presunta Valeechri Francesca scrive “Aspetta che chiamo un esperto per sapere quanto vale questa cagna”, “Più che sexy, è porno” aggiunge un’altra, e ancora “La voteranno tutti i puttanieri”. “Un altro puttanone pilotato in politica…”, “una scrofa!”, “berlusconi c’ha un’altra zoccola da mantenere, vai pure al comizio e convinci gli elettori a forza di pioppe e bocchin*”, “…pussa via troion* milf della malora, torna nell’habitat naturel”, “i bilanci sono ormai a puttane, e le puttan* sono ai bilanci!”. Il tg24.sky.it, per finire, vuole ghettizzarmi insinuando che l’immagine sexy fosse stata scelta perché fossi stata “mandata via”/“cacciata” dal M5S.

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Il primo giugno del 2015 i soliti due giornali locali mi accusano di aver fatto un’irruzione, un blitz presso i locali del Comune di Macerata, attribuendomi l’uscita estemporanea di un mio candidato in lista per il quale intervenivo a placare gli animi. Nuove fake news cercano così di chiudere il mio capitolo come quello di un soggetto borderline. E di seguito la tiritera intrisa d’odio volutamente provocata: “la prossima volta togliti pure le mutande che magari arrivi al 1%”; “Ma quante firme doveva raccogliere per candidarsi? Si riesce a cancellare i diritti civili a coloro che hanno firmato?”. “Degna conclusione di un soggetto allucinante!”. “Pseudo Maestra La Gigiotta”; “Come Cicciolina e Lussuria, ci prende per i fondelli!”; “Sembra la locandina di un film porno”. “Ha preso quattro voti per far vedere le gambe; se faceva vedere il resto, arrivava a 1000!”; “Insegnante di cosa?!?”; “Quando è entrata al seggio si sono messi tutti a ridere…ahahah!”. “Da neuro”; “A fatigà, tanto non sfondi né con lo studio, né con la pornografia; né con la politica, vergòoogna!”; “Spero vivamente non torni ad insegnare!”. E più il commento risultava offensivo, più si accaparrava pollici verdi tirati all’insù.

La via giudiziaria di oppressione e persecuzione.

Sappiamo qual è la via crucis in Italia, che inizia quando ci si rivolge a chi dovrebbe riportare la legalità nello Stato di diritto. Gli operatori del sistema legale fanno tutto oggi solo per far perdere tempo, soldi e pazienza al Cittadino. Un tal avvocato Roberto Regni del foro di Ancona mi dà un numero sbagliato di procedimento penale che mi vede parte offesa, e lo fa ben oltre un anno dall’inizio delle indagini. Una tal magistrata Rosanna Buccini della Procura di Macerata stralcia plurime posizioni, querelate in concorso online, in quattro procedimenti penali, rinviando a giudizio Alessandra Pierini dopo due richieste di avocazione. L’avocazione chiesta alla Procura Generale (magistrato Filippo Gebbia) viene rimpallata alle procure sottoposte. Tale modus operandi, coadiuvato da eclatanti quanto inspiegabili errori dei miei avvocati, ha permesso che i soggetti da me querelati, forti della loro impunità, peggiorassero l’opera iniziata nel 2014 assieme all’eco della rete.

Il magistrato Luigi Ortenzi, attuale Procuratore Generale della regione Marche, dopo aver rubricato reati da me denunciati come “guida in stato ebbrezza”, li scrimina perché provocate espressioni come “puttanone”, “mignotta”, “scrofa con pioppe e bocchin*” o fatti inventati come la mia “cacciata” dal Movimento Cinque Stelle, sarebbero commenti pungenti e coloriti integranti il diritto di critica. Tra gli stralci delle varie procure poi si legge, con tanto di errori ortografici: “di alcuna denigrazione può parlarsi posto che tutti gli articoli hanno ad effetto – nel senso di censurarla, stigmatizzarla, ridimensionarla, metterla in cattiva luce – la figura della Pallotto nella competizione elettorale a cui ella aveva deciso di partecipare, sicché tutti i comportamenti ritenuti offensivi devono essere valutati alla luce della legittima critica politica, di cui quali i candidati evidentemente non possono sottrarsi, specie nel caso di specie, in cui essi stessi hanno pubblicato fotografie idonee ad esporli a critiche”.

Lo stesso Ortenzi fa passare per vere le fake news raccontate da Cronache Maceratesi e Il Resto del Carlino Macerata su quanto avvenuto presso il Comune di Macerata, nonostante le testimonianze dei due uscieri in senso contrario e la mancata audizione dei miei testi citati in querela. Nel frattempo, per archiviare definitivamente la posizione di Paola Pagnanelli, si è disposti persino ad emettere due avvisi di garanzia 415bis contro chi scrive, a firma rispettivamente dei magistrati Rosanna Buccini e Claudio Rastrelli, per due procedimenti connessi ma che non venivano riuniti, per mia diffamazione online nei confronti della Pagnanelli. Il magistrato Rastrelli riesce persino a farmi chiamare ad interrogatorio dalle forze dell’ordine. I miei “esperti” legali, nel frattempo, sono così concentrati in quello che interessasse alla controparte, che invece di inviare le diffide ai siti, contattano il datore di lavoro della Pagnanelli per fargli eliminare da ogni archivio l’articolo con la foto ritoccata a nudo. L’avvocato Alessio Stacchiotti del foro di Ancona, inoltre, presenta la revoca datagli al mandato due giorni prima di un’importante udienza, senza chiederne il rinvio, tanto da far dichiarare falsamente a chi preposto la mia assenza. Nonostante ciò, e dopo aver riscosso acconti, lo stesso Stacchiotti intraprende azioni giudiziarie per presunte spettanze, senza nemmeno riconsegnare le carte, ottenendo l’avvallo di quel sistema che interpreta sempre a suo comodo.

A Stacchiotti succede l’avvocato Pietro Anselmi, che non ravvede, inspiegabilmente, evidenti nullità adottando strategie strampalate, tanto da costringermi a presentare querela per falso ideologico ed abuso di ufficio nei confronti del magistrato Domenico Potetti, che aveva ordinato il mio rinvio a giudizio senza farmi nemmeno parlare. La giovane avvocatessa Alessia Bartolini del foro di Ancona, poi, probabilmente intimorita dal suo contesto lavorativo, decide di declinare azioni procedurali senza chiedere le opportune sospensioni e facendo diventare la sentenza definitiva. Le cancellerie nel frattempo continuano ad inviare notifiche d’udienze a Stacchiotti, benché fosse stato revocato con tanto di nuova elezione di domicilio. Si aspetta infine oggi che passino i nove mesi di consueta gestazione indagini preliminari, affinché venga dichiarata la depenalizzazione dell’abuso d’ufficio e “graziato” chi opprime e persegue.